Cinque
milioni e mezzo di euro è il costo stimato, a oggi, per un singolo motore del
cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter. È il programma militare più
costoso della storia, a cui l'Italia ha deciso di partecipare con l'acquisto di
90 aerei cacciabombardieri, fatto che pone ai cittadini una domanda: "Ma
come usiamo i nostri soldi?"
La stima del
denaro utilizzato in spese militari è di difficile calcolo, perchè la
trasparenza in questo comparto è un optional, come dimostrano i dati calcolati
dal Sirpi (centro di ricerca svedese, da tempo punto di riferimento in questo
campo), che quando conferma il decimo posto dell'Italia nel mondo rispetto a
spese militari, lo fa sulla base di un dato "stimato", vista
l'impossibilità di ottenerne di precisi. Perchè è così complesso calcolare il
totale delle spese militari? è il ministero della difesa che nasconde il denaro
impiegato in campo militare? In realtà queste spese vengono spesso collocate in
capitoli differenti del bilancio dello stato, questo rende più complesso il
calcolo. Se qualche lettore è interessato ad avere un quadro più dettagliato
delle spese militari dell'Italia degli ultimi anni, guardate il sito www.sbilanciamoci.org.
Il caccia
F-35 è un velivolo di quinta generazione: un aereo da combattimento ottimizzato
per il ruolo aria-terra (QUINDI PER L'ATTACCO!), progettato con due stive
interne per le bombe, che possono essere anche di tipo nucleare. é a bassa
rilevabilità da parte dei sistemi radar e avrà la capacità di operare come
parte integrante di un sistema di sistemi, cioè di una combinazione data da:
combattimento, raccolta di intelligence, sorveglianza dei teatri operativi e
capacità di interagire con i sensori terrestri e aeroportuali.
I problemi
sono però molti, infatti non tutte le prestazioni tecniche e operative
dell'aereo funzionano come dovrebbero: non si possono effettuare atterraggi su
navi, mentre le capacità di combattimento aereo scontano la probabilità di
gravi impatti operativi, pericolosi per la sopravvivenza e le prestazione del
veicolo in aria.
Le ultime
stime del Pentagono parlano di 133 milioni di dollari per esemplare, e questo
comporterebbe all'Italia una spesa di circa 10 miliardi di euro, acquistandone
90 esemplari.
Secondo i
dati della stessa campagna "Taglia le ali alle armi" con questo
denaro si potrebbero costruire 2000 asili nido pubblici, mettere in sicurezza
le oltre diecimila scuole che non rispettano la legge 626 e le normative
antincendio, oltre a garantire un'indennità di disoccupazione di 700 € per sei
mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro a causa della
crisi.
Siamo
proprio sicuri di voler continuare a buttare soldi per armi e guerre senza
senso?
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