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martedì 28 febbraio 2012

Le verità riguardo gli F-35


Cinque milioni e mezzo di euro è il costo stimato, a oggi, per un singolo motore del cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter. È il programma militare più costoso della storia, a cui l'Italia ha deciso di partecipare con l'acquisto di 90 aerei cacciabombardieri, fatto che pone ai cittadini una domanda: "Ma come usiamo i nostri soldi?"
La stima del denaro utilizzato in spese militari è di difficile calcolo, perchè la trasparenza in questo comparto è un optional, come dimostrano i dati calcolati dal Sirpi (centro di ricerca svedese, da tempo punto di riferimento in questo campo), che quando conferma il decimo posto dell'Italia nel mondo rispetto a spese militari, lo fa sulla base di un dato "stimato", vista l'impossibilità di ottenerne di precisi. Perchè è così complesso calcolare il totale delle spese militari? è il ministero della difesa che nasconde il denaro impiegato in campo militare? In realtà queste spese vengono spesso collocate in capitoli differenti del bilancio dello stato, questo rende più complesso il calcolo. Se qualche lettore è interessato ad avere un quadro più dettagliato delle spese militari dell'Italia degli ultimi anni, guardate il sito www.sbilanciamoci.org.
Per comprendere al meglio le dinamiche della spesa militare è opportuno partire dall'esempio più significativo, i cacciabombardieri F-35. A mettere sotto analisi il programma è stata nel 2009 la Campagna "Taglia le ali alle armi" (www.disarmo.org/nof35).
Il caccia F-35 è un velivolo di quinta generazione: un aereo da combattimento ottimizzato per il ruolo aria-terra (QUINDI PER L'ATTACCO!), progettato con due stive interne per le bombe, che possono essere anche di tipo nucleare. é a bassa rilevabilità da parte dei sistemi radar e avrà la capacità di operare come parte integrante di un sistema di sistemi, cioè di una combinazione data da: combattimento, raccolta di intelligence, sorveglianza dei teatri operativi e capacità di interagire con i sensori terrestri e aeroportuali.
I problemi sono però molti, infatti non tutte le prestazioni tecniche e operative dell'aereo funzionano come dovrebbero: non si possono effettuare atterraggi su navi, mentre le capacità di combattimento aereo scontano la probabilità di gravi impatti operativi, pericolosi per la sopravvivenza e le prestazione del veicolo in aria.
Le ultime stime del Pentagono parlano di 133 milioni di dollari per esemplare, e questo comporterebbe all'Italia una spesa di circa 10 miliardi di euro, acquistandone 90 esemplari.
Secondo i dati della stessa campagna "Taglia le ali alle armi" con questo denaro si potrebbero costruire 2000 asili nido pubblici, mettere in sicurezza le oltre diecimila scuole che non rispettano la legge 626 e le normative antincendio, oltre a garantire un'indennità di disoccupazione di 700 € per sei mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro a causa della crisi.
Siamo proprio sicuri di voler continuare a buttare soldi per armi e guerre senza senso?

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