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martedì 15 maggio 2012

Mai più complici

di Aurora Boninelli

Propongo ai lettori alcuni stralci dell'articolo "Le donne minacciate dalla violenza. è tempo che cadano alibi e steccati" del Corriere della Sera di oggi. Come sottolinea l'autore, c'è una cultura da modificare.e un modo di pensare da cambiare. Innanzitutto le donne non devono essere considerate come "valvole di sfogo",  e raptus dovuti a frustrazioni o rabbia non si devono riversare su chi si ama. In secondo luogo chi subisce violenze non deve scambiarlo per un gesto di affetto, perchè chi maltratta ciò che ha, è perchè non lo ama, e non lo vuole proteggere!

"Sono 59 le donne uccise in Italia dal partner o dall’ex partner nel 2012: nei primi quattro mesi del 2007, cinque anni fa, erano state «solo» 29. Questi numeri raccontano un’emergenza nazionale. Anche perché gli omicidi, spesso, sono solo l’ultimo atto di anni di abusi, vessazioni, maltrattamenti. Storie quotidiane, ci insegna la cronaca. Storie che possono capitare a chiunque.

Vergogna, sensi di colpa, un «silenzio assordante» — come scrive la psicologa Patrizia Romito — circondano questi reati: secondo l’Istat solo il 7% viene denunciato. Quando i lividi non si possono nascondere, è «la donna che sbatteva nelle porte», come racconta lo scrittore inglese Roddy Doyle nel testo portato in scena da Marina Massironi.
«Mi picchiava e io lo scambiavo per un gesto d’affetto: credevo che lo facesse perché mi amava. Pensavo di meritarlo», racconta Sara, 50 anni, romana, che dopo dieci anni di sevizie e referti in ospedale si è ritirata all’ultimo dal processo per maltrattamenti contro il marito."
Un passato lontano, un’eredità difficile che si pensava alle spalle? O in via di naturale superamento collettivo? E’ vero il contrario. Non è un caso se un omicidio su due avviene nelle tre maggiori regioni del Nord – Piemonte, Lombardia e Veneto – dove il lavoro femminile è più diffuso e più forte è l’aspirazione delle donne all’autonomia. Non è un caso se il momento più a rischio si rivela quello della separazione o della chiusura del rapporto: «L’odio tira fuori il suo muso di assassino quando, per una ragione qualsiasi, lei non sta più dentro il quadro in cui lui l’ha messa e pretende che rimanga: il quadro disegnato da un misto di oscure aspettative e di ovvie comodità», sintetizza la filosofa Luisa Muraro."

Queste sono storie quotidiane. Storie che possono capitare a chiunque, ma che spesso sono coperte dal silenzio della pura. Sono storie che purtroppo a volte sfociano in un dramma ancora più grande:l'omicidio. 
Le notizie li segnalano come omicidi passionali, amori sbagliati. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. é ora di dire BASTA e chiamare le cose con il loro nome, di misurarsi con l'orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell'indifferenza. Queste violenze sono crimini, e come tutti i crimini devono essere denunciati.
Questo è il link della petizione "Mai più complici", un'iniziativa promossa dal comitato "Senonoraquando" a fronte del numero esorbitante di maltrattamenti e volta a imporre nelle istituzione la promozione di una cultura del rispetto, della pace e della non violenza.

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