di Andrea Fasolini
La questione che intendo trattare concerne il recente intervento di Rosy Bindi,esponente di spicco del Partito Democratico,rispetto alla spinosa questione dei diritti degli omosessuali.L'affermazione"La famiglia fondata sul matrimonio ha la priorità,lo dice la Costituzione" attribuitale da alcuni quotidiani,ha acceso non poche polemiche,viste le speranze riposte dalla comunità omosessuale nel più grande e influente partito progressista italiano,specialmente ora che il secondo Paese cattolico d'Europa intende adottare politiche accomodanti a vantaggio di tale minoranza.Tralasciando le posizioni personali rispetto alla tematica precedentemente citata,è necessario operare una distinzione tra i diritti reali di cui gode una una comunità all'interno di una società,e il peso socio-economico esercitato in quest'ultima.
I primi dovrebbero essere indiscutibilmente concessi ad ogni minoranza,compresa la possibilità di creare una famiglia così come la garanzia che la propria diversità non diventi oggetto di vessazioni o discriminazioni di ogni genere.Ciò che spesso sfugge anche agli osservatori più acuti del dibattito pubblico è che,anche concedendo ogni sorta di garanzia alle minoranze,nella fattispecie a quella omosessuale,difficilmente le formazioni al potere attuerebbero politiche analoghe a quelle riservate alle coppie eterosessuali.Anche se è difficoltoso ammetterlo,gli omosessuali stanno vivendo sulla propria pelle la tetra realtà del mondo contemporaneo,basato principalmente sull'etica del denaro.Come già fece notare l'economista Thomas Malthus,l'aumento della popolazione umana avviene in maniera esponenziale,ed è proprio questo che permette all'economia mondiale di crescere.Ciò permette
allo Stato di acquisire maggiore liquidità,sostenendo così i costi,sempre in aumento,di una società ormai destinata ad essere costituita da persone perlopiù anziane.Emerge così chiaramente l'ipocrisia della moderna politica sociale: pur concedendo diritti, l'azione di integrazione e abbattimento delle disuguaglianze avviene in maniera cauta, poiché il principale bacino elettorale rimangono le coppie eterosessuali, con l'annesso peso socio-economico.In un epoca di crisi economica e emergenza ambientale,solo il riuscito dialogo con le famiglie,costituite da tre o più elementi,potrà rappresentare una vera svolta,e i politici ne sono silentemente consapevoli:riduzione dei consumi in eccesso ed il problema della scarsa crescita demografica,sono solo alcuni dei temi che non possono essere risolti senza il consenso dei nuclei familiari.A causa del numero contenuto di individui aderenti e della loro impossibilità di riprodursi autonomamente, la comunità omosessuale rimane tristemente secondaria nelle politiche sociali,vinta da mere necessità economiche. Le polemiche diventano così inutili:concedere diritti non significa cambiare politiche,così come pacificazione sociale non è sinonimo di progresso. Forse un giorno questa minoranza crescerà a tal punto da divenire indispensabile alla nostra società. Fino a quel momento,il peso di un solo dollaro sarà, tristemente, superiore a quello di ogni omosessuale.
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