di Sara L.
Sì lo so, manca una settimana al voto:
il 24 e 25 febbraio si svolgeranno le elezioni per il Consiglio
Regionale lombardo e per scegliere i deputati e i senatori che
andranno a comporre il prossimo Parlamento. Eppure eccomi qui, non ho
resistito. O meglio: ho resistito anche troppo, la mia pazienza e
tolleranza hanno deciso di sfondare gli argini della mia ben nota
discrezione.
Succede infatti da tempo che le mie
orecchie prestino ascolto a sempre più frequenti dissertazioni,
neanche troppo dotte, in base alle quali votare sarebbe una perdita
di tempo: “non cambierà mai nulla, i politici son tutti uguali,
ladri nella maggior parte dei casi, fannulloni in tutti gli altri...
che senso ha andare a votare?! È solo una perdita di tempo!”.
La cosa curiosa è che tale
atteggiamento viene talvolta mutuato dalla politica stessa, con
risultati alcune volte curiosi, molto più spesso patetici e puerili.
Volendo osservare il fenomeno fin dai suoi albori come non citare uno
degli slogan più celebri della Lega, ovvero “Roma ladrona?”...
che in altre parole stava a significare “aiutateci ad andare in
mezzo a tutti quei terroni ladri che stanno a Roma a mangiare struffoli e cannoli, che non fanno nulla e ci rubano le tasse. Li
spodesteremo e porteremo finalmente l'etica retta e lavoratrice
tipica del Nord!”. Ecco, appunto.
Volendo si può analizzare il fenomeno più
recente, costituito dall'urlante comico più famoso della politica
italiana. No, non il Nano, che a lui se urla gli parte il bypass!
Parlavo del canuto e rauco Beppone nazionale: i partiti gli fanno
schifo, la politica la manda affanculo (cito letteralmente)...
Scusa
baby, ma tu cosa stai facendo?
Ahhh ma la tua è una politica
diversa, giusto, è la politca della gente!
E non ti sei forse
candidato con un simbolo a queste elezioni?
Ah no, certo. Il tuo è
un movimento, non un partito... vero vero... eh sì, le parole son
sostanza, dici tu... soprattutto quando dietro alle parole c'è un
programma di spessore, mica solo panzane da avanspettacolo.
Per farla breve, l'atteggiamento più
o meno strumentale di chi, politico o cittadino comune, sostenga
quanto sopra si possono riassumere in un sonoro “VOTARE?! ME NE
FREGO!”.
Ora, sarà un caso, ma “me ne frego”
è una delle più celebri espressioni mutuate dal fascismo:
l'atteggiamento di chi si disinteressa alla cosa pubblica non può
portare che a un unico esito, ovvero che qualcuno se ne interessi al
posto suo... restringendo il campo e aumentando la gente che “se ne
frega”, la logica e tragica conclusione è che si arrivi presto ad
un regime. Chi invitava tutti a fregarsene diventa il leader unico:
ottima strategia!
E' anche per questo, non volendo, al
contrario di altre volte, tirare in ballo la Storia del Paese e chi
questa Storia l'ha fatta sacrificando la propria vita, che invito
tutti voi ad andare a votare, il prossimo fine settimana. Perchè
solo esercitando il diritto di scelta, anche se taluno si turerà il
naso, si può cercare di cambiare le cose: l'alternativa è
candidarsi e impegnarsi in prima persona, se si è realmente convinti
che nessuno ci rappresenti. Beh, ma questo è sbattimento, ovvio.
So che non tutti raccoglieranno questo
invito, anche se la mia segreta speranza è che almeno voi, lettori
di “Spogliatevi!” lo facciate: perchè solo stando all'interno si
possono cambiare le cose, scavandole lentamente, talvolta
corrodendole, talvolta dando degli scossoni. “Me ne frego” è
l'atteggiamento di chi si lamenta, piagnucola o spara stupidaggini
senza voler fare la fatica di cambiare le cose... è l'atteggiamento
del codardo... di nuovo: sarà un caso ma “me ne frego” è una
delle più celebri espressioni mutuate dal fascismo.
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