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sabato 26 maggio 2012

C'È BISOGNO DI EROI

di Sara L.
“Allora Sara, ci vediamo domenica a Rovetta?” la domanda mi viene buttata lì con naturalezza da due colleghi, in due giorni diversi; lo stupore che si disegna sui loro volti al mio “No, non posso...” è però molto simile. Entrambi passano rapidamente dall'incredulità verso la mia negligenza militante a un'espressione di disapprovazione: prima che attacchino con un tentativo di convincimento però, ho il tempo di motivare la mia assenza, che voglio condividere anche coi lettori del blog.
Prima però un breve cenno per chi non sapesse di cosa si sta parlando: tra il 27 e il 28 aprile 1945 vengono uccisi 43 soldati della RSI appartenenti alla Legione Tagliamento: fu un'esecuzione sommaria, derubricata nel processo del 1950 come “azione di guerra”. I fatti sono controversi, ciò che è certo è che domenica, come ogni anno, Rovetta diventerà meta di migliaia di nostalgici neofascisti che celebreranno il ricordo dei caduti tra croci celtiche e saluti romani, concretizzando uno dei più grandi raduni di questo tipo in Italia.
Per manifestare contro questa triste adunata ogni anno viene organizzata una marcia, guidata da ANPI, Centri Sociali, associazioni antifasciste: i miei colleghi mi chiedevano dunque se mi sarei unita a chi salirà le nostre montagne per protestare contro un raduno che rappresenta un'offesa a quegli stessi valori alla base della nostra Costituzione e al sacrificio di chi ha lottato per il Paese

E ora veniamo al motivo della mia assenza, che sarà lo stesso (o almeno uno dei motivi) di altri due redattori: anche noi saremo in marcia, anche noi percorreremo sentieri di montagna, la nostra sarà una salita abbastanza impegnativa (almeno 4 ore di sentiero) per accompagnare i nostri 30 ragazzi degli scout, tra i 12 e i 16 anni, al rifugio della Malga Lunga. Lo facciamo per far percorrere loro i sentieri della storia partigiana, per raccontare loro una storia nobile: quella della lotta partigiana in Italia, dei partigiani bergamaschi, della 53° Brigata Garibaldi e del suo tenente, Giorgio Paglia. Una storia di amore per il proprio Paese, di senso del sacrificio, di voglia di giustizia, di lotta contro l'oppressore... quella storia che termina con il fiero “o tutti o nessuno” con cui il tenente Giorgio rifiutò la grazia e chiese di essere fucilato prima dei suoi compagni.
Essere alla Malga e non essere a Rovetta è un altro modo di fare memoria, senza voler creare una scala di “modi migliori”. Vedo nei miei ragazzi un bisogno di credere, di sognare, un bisogno di eroi veri, fieri, coraggiosi... con l'esempio del tenente Giorgio e dei suoi compagni voglio che crescano con l'idea che si può e si deve lottare per un mondo migliore, che per crearlo a poco serve lamentarsi, bisogna essere in prima linea, sporcarsi le mani...

E allora, quando domani sera saremo sotto il portico della malga, a sentir raccontare queste storie so già che mi monteranno dentro orgoglio e commozione... e una sensazione forte che vale la pena spendere del tempo per aiutare a far diventar grande una generazione che muoverà i suoi primi passi di antifascismo sui sentieri della 53°...

BERGAMO E' ANTIFASCISTA

1 commento:

Giovanni Bonalumi ha detto...

e allora buona uscita a voi e ai vostri ragazzi...non c'è captcha che mi possa fermare dall'augurarvelo

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