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giovedì 17 maggio 2012

A Babylonian tale


di Miriam Bonalumi

"MILANO NON È LA VERITÀ" (Afterhours)

Che aria tira oggi, a Greco Pirelli!
È davvero difficile capire la velocità del vento stando dietro questi vetri: in mezzo a tutto quel cemento immobile, solo qualche ramo di albero si agita per le raffiche, suggerendo che anche qui, nel regno di Babylon, la natura la fa da padrona. 
 Un miscuglio di ambizioni e passioni, progetti e sogni, questo giovane angolo di mondo. Dal supermercato si raggiunge presto la stazione di Milano Gr.Pi., qualche rampa di scale e il vialetto pedonale, un attraversamento sulle strisce e si giunge a pochi metri dalla fatidica, invalicabile “linea gialla” del binario 1.

Durante il tragitto, l'ambita conquista di sei ore di Università è già stata ampiamente depredata: dei nostri quattro “Maxibon" rimangono solo i quattro timidi pezzi di biscotto, ormai vedovi della succulenta copertura al cioccolato ripiena di stracciatella. 
 Ci abbiamo messo un bel po', per trovare una dannata confezione di gelati da quattro: le vendono tutte da sei, quelle poco costose, e da quattro ci sono solo le coppette, ma senza cucchiaino non si va lontano! Dannazione. L'idea pazza è quella di comprare la confezione da sei, aprirla sul treno e regalarne due a qualche viaggiatore sconosciuto...simpatico, ma la gente non si fida. Già...e se li aprissimo sotto i loro nasi, così vedono che non sono gelati “avvelenati”? Quand'ecco che qualcuno, individua nel freezer del supermercato la soluzione, indicando trionfante i famosi gelati bigusto della Nestlè, confezione da quattro...vittoria!

Cinque minuti all'arrivo del nostro treno. Già pronta al morso finale, ammiro quel che rimane della piacevole merenda in compagnia, quando qualcosa di metropolitano e fin troppo atteso si fa largo nella folla: una presenza usuale, quella dei rom (ammesso che, in questo caso, di quest'etnia si parli) che salgono sul treno e chiedono l'elemosina.
Mai mi è capitato di vedere qualcuno elargire loro un'offerta, e sulla loro attività aleggia un gran mistero (chi viaggia da pendolare, ben conosce il bigliettino bianco o giallo, con la scritta di aiuto che non cambia mai).

La “nostra” zingara è una ragazza, sui 16-20 anni, gonna lunga e treccia scomposta. Siamo alle solite.
Poi però, qualcosa di inatteso nel copione: ci chiede un pezzetto di gelato. Proprio così, non un 'Buono-pasto-o-una-moneta-perfavore-dio-ti-benedica' ma un pezzettino della nostra merenda. Senza pensarci troppo, stacchiamo qualche pezzo di biscotto e glielo passiamo sorridendo, compiaciute come quando alle elementari regalavi un cracker al compagno di banco. La ragazza ringrazia con mille sorrisi e decisamente troppa riconoscenza, rompendo la magia di quel momento senza ruoli predefiniti. Poi si allontana, così come è arrivata, mangiando di gran gusto il suo bottino. Ingurgito l'ultimo pezzo di biscotto e getto la carta, pensando che, vista la fame, avrei dovuto dargli tutto il mio gelato. Successivamente c'è il momento del rimorso: accidenti, se avessimo davvero comprato la scatola da sei, avremmo potuto offrire la merenda a quella poveretta! Poi penso che invece tutto è avvenuto da copione, come doveva succedere: lei ci ha chiesto un pezzetto, noi le abbiamo dato un pezzetto. Nulla di più. Un incrocio di vite completamente diverse con una sola cosa in comune: avere voglia di mangiare un gelato, un pomeriggio di Maggio, a Milano.
Un'occasione di uscire dai propri ruoli socialmente stabiliti, tornare semplicemente esseri umani che condividono lo stesso marciapiede di stazione. Piccolo intervallo di vita nel caos della routine.

Stridore di freni, la voce chiama la mia città. 
Salgo sul treno, e abbandono la scena.

4 commenti:

Sara L ha detto...

Il mondo ci porta cioò che ne sappiamo leggere! Fantastica...

Miriam Bi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Miriam Bi ha detto...

grazie sara! ps. il titolo dell'articolo viene da questa canzone, sopprattutto dal video dela canzone..:

http://www.youtube.com/watch?v=zVim3go8kso

josi ha detto...

ritaglio un pezzetto del tempo da dedicare oggi a "chiudere" i progetti prima della pausa estiva, per commentare: realmente un grande spaccato di realtà. Avrei mille esperienze analoghe, di vite che si incrociano ogni giorno nei mezzanini, sui viali, sui marciapiedi delle stazioni, esistenze che ci sfiorano e spesso (anzi forse quasi sempre) percepiamo con fastidio e timore; di cosa? dello "sporco", "sconosciuto", "straniero" e quindi potenzialmente "ladro", "pericoloso", "scroccone". A volte piccoli gesti bastano a trasformare ciò che era un pregiudizio in "una persona reale". Grazie Miriam, veramente bello!

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